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La Nicca Curiosa

Il blog della viaggiatrice

Tradizioni

Mamuthones e Sa Crabarissa

Crabarissa

Nel cuore della Sardegna, in piena barbagia, si trova un minuscolo paesino chiamato Austis (per saperne di più), il piccolo borgo da cui provengono le mie radici. Si tratta di un paesello di pastori dove la longevità ancora si respira a pieni polmoni, quasi tutto viene ancora fatto in casa: formaggio, verdura, carne. Il ciclo del prodotto è veramente a km0. Le abitazioni caratteristiche sono in pietra e molto piccole e ognuna di esse ha una corte interna oppure un giardino sul davanti. La piazza centrale è il centro di incontro per tutti i cittadini, che aspettano la festa paesana di settembre per tutto l'anno, quest'ultima è infatti una delle poche occasioni per far festa senza spostarsi per chilometri e chilometri con l'automobile. Spostandoci verso le campagne possiamo trovare Sa Crabarrisa (La ragazza di Cabras o, per altri, La capra alzata). La leggenda, alla quale sono molto affezionata, narra che una fanciulla di Cabras si innamorò; di un pastore di Austis, conosciuto durante la transumanza invernale (quando dalle montagne si portava il gregge alla ricerca di pascoli con un clima più mite, in questo caso verso il Campidano di Oristano). Dopo essersi conosciuti, i due innamorati decisero di scambiarsi doni e promesse di matrimonio ma, finita la transumanza, il pastore ripartìe; per la montagna e la ragazza attese invano il suo ritorno. La giovane promessa sposa decise allora di incamminarsi verso Austis per ricongiungersi con il suo amato, ma al suo arrivo trovò il pastore sposato con un'altra donna.
Affranta dal dispiacere, durante il viaggio di ritorno verso la pianura, la ragazza si voltó verso il paese e, pietrificata dal dolore, si tramutò nella celebre roccia.

accabbadora copricapo mamuthones mamuthones

Quando decido di andare nell'entroterra cerco sempre di programmare il viaggio nelle prime due settimane di settembre. In questo periodo infatti si celebrano i patroni all'interno dei paesi. Ad Austis, per esempio, si commemora Sant'Antonio. La festa inizia nella piccola chiesa campestre, che tutti i cittadini, me compresa, raggiungono in circa mezz'ora a piedi. In questo luogo si svolge la messa seguita da un banchetto conviviale preparato dal Priore e la sua famiglia (figura che viene eletta di anno in anno). Durante il banchetto le donne e gli uomini di Austis sfilano con l'abito tradizionale del paese, in questo caso i colori sono il rosso e il nero. Nel pomeriggio la festa si sposta nel borgo dove troviamo bancarelle, musica e la sfilata dei Mamuthones. Queste strane figure, un pò inquietanti e spaventose, sono dele tipiche maschere sarde, delle figure antropomorfe."[...] Indossano sul viso una maschera nera, chiamata "visera", pelli di pecora nera, abbigliamento in velluto, un cappello, "bonette" e un fazzoletto da donna in tibet, "su muncadore" che cinge il viso. Indossano inoltre sulle spalle "sa Carriga", un gruppo di campanacci che pesa intorno ai 20/25 kg. Sul petto portano delle campanelle in bronzo fissate a delle cinghie di cuoio. Il suono dei campanacci, così come in molte realtà che presentano tradizioni simili, servirebbe a scacciare via gli spiriti maligni. Una rappresentazione che ha sicuramente origini pre-cristiane, periodo in cui era molto forte e radicato il culto dei morti e della rinascita. Riti legati alla terra e alla fertilità in cui le maschere giocavano certamente un ruolo fondamentale celebrando la vita e la morte attraverso una danza misteriosa ancora oggi affascinante. Feste a cui non poteva mancare il vino, elemento fondamentale della festa e che veniva offerto alla divinità in segno di buon auspicio. L'uomo indossando la maschera si spoglia delle sue sembianze umane entrando in contatto con la divinità. Egli stesso diviene un essere superiore, un semidio, che grazie alla sua doppia natura può mettere in contatto i due mondi e intercedere per favorire le annate agrarie. In seguito alla cristianizzazione ed alla lotta contro il paganesimo, i riti e le feste sino ad allora conosciuti e praticati, vennero in parte soppressi e in molti casi sostituiti da quelli Cristiani" Fonte.
Tra le varie figure tradizionali troviamo anche "s'Accabbadora", una figura altrettanto inquietante.
Questa donna era infatti incaricata di portare...
non voglio svelarvi niente ma vi consiglio di leggere il capolavoro della compianta Michela Murgia (Libro).